Vertenza per il rinnovo del CCNL per i dipendenti da Istituti ed Imprese della Vigilanza Privata e dei Servizi Fiduciari.

 

 

Venerdì 23 marzo 2018, le OO.SS. Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs hanno provveduto, nel rispetto delle norme sull'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati e delle conseguenti regolamentazioni attuative di settore che ricomprendono le attività facenti parte dei servizi di sicurezza, a proclamare formalmente per il prossimo 4 maggio 2018 lo sciopero generale delle lavoratrici e dei lavoratori a cui viene applicato il CCNL per i Dipendenti da Istituti ed Imprese della Vigilanza Privata e dei Servizi Fiduciari scaduto oramai dal 31 dicembre 2015.
 
Lo sciopero generale della categoria, resosi necessario a seguito del negativo esito della procedura di raffreddamento e conciliazione tenutasi lo scorso 19 gennaio, è l’unico ed estremo atto di contrasto alle posizioni delle associazioni datoriali volte a ridurre drasticamente diritti e garanzie attualmente previsti dal CCNL.
 
 
DELL’OREFICE (FISASCAT CISL): «TATTICA NEGOZIALE INCONCLUDENTE E DILATORIA, LE IMPRESE DEL SETTORE FACCIANO RETE VS IL DUMPING»

Incroceranno le braccia il prossimo 4 maggio i 70mila lavoratori della vigilanza privata e dei servizi fiduciari in attesa del rinnovo del contratto scaduto nel 2015. Lo sciopero, indetto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sarà supportato da una manifestazione nazionale a Roma. «Lo sciopero generale della categoria – si legge in un comunicato sindacale unitario – è l’unico ed estremo atto di contrasto alle posizioni delle associazioni datoriali volte a ridurre drasticamente diritti e garanzie attualmente previsti dal contratto nazionale di lavoro».
 
Le tre sigle stigmatizzano le proposte delle associazioni datoriali di settore «sull’ estensione a 45 ore dell’orario normale di lavoro per le guardie particolari giurate impiegate nei servizi di vigilanza fissa, sull’abbattimento della durata oraria settimanale minima del part-time, sull’implementazione delle tipizzazioni di licenziamento per giusta causa, sulla riduzione del periodo di comporto utile ai fini della conservazione del posto di lavoro, sulla compressione delle modalità di fruizione dei permessi della legge 104/92 ed sul superamento della copertura economica dei primi tre giorni di assenze per malattia che, se si affermassero, - affondano i sindacati - spoglierebbero lavoratrici e lavoratori di tutele, garanzie e diritti conquistati a prezzo di sacrifici, lotte e mobilitazioni».
 
Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «la mobilitazione si è resa necessaria per contrastare la tattica negoziale dilatoria ed inconcludente delle associazioni imprenditoriali di settore al tavolo di trattativa, controparti del tutto sconnesse rispetto alle tante criticità che infestano il settore e che lo stanno condannando inesorabilmente alla marginalità».«La sola questione del dumping contrattuale, che sta corrodendo le basiche dinamiche di mercato – ha concluso il sindacalista - renderebbe necessaria una assunzione di responsabilità corale da parte delle organizzazioni sindacali e del mondo dell’associazionismo di impresa che, con la sottoscrizione del contratto e la conseguente riaffermazione del suo ruolo di contratto nazionale leader, avrebbero titolo e legittimazione per chiedere alle competenti amministrazioni pubbliche interventi coerenti finalizzati ad estirpare la piaga dell’applicazione dei contratti “pirata” nell'ambito sia degli appalti pubblici che degli affidamenti operati da committenti privati».
 
UFFICIO STAMPA FISASCAT CISL NAZIONALE
 

 

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