IL SEGRETARIO GENERALE DELLA CISL LORENZO POMINI prende posizione sulle mega indennità di alcuni suoi dirigenti:"io prendo 49 mila euro lordi".

 

«Oggi due belle cime (del Grolait e del Fravort ndr) nella stupenda Mochentall. Spirito rigenerato e fortificato.

Tra una telefonata e l’altra di chi vuol commentare, indignarsi, vergognarsi per lo spettacolo offerto da certi “dirigenti” della Cisl. Rigenerarsi. Come San Paolo: ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede».

Questa la scritta “postata” ieri dal segretario della Cisl Trentino Lorenzo Pomini sul suo profilo Facebook.

Una giornata dedicata alla montagna e a delle piacevoli camminate rigeneranti dopo lo “scandalo” che ha coinvolto alcuni funzionari della Cisl nazionale le cui retribuzioni, in alcuni casi, sfiorerebbero i 300 mila euro l’anno superando quindi anche il tetto fissato per i dirigenti pubblici (di 240mila euro).

«Sono in segreteria confederale dal 1997 – ha spiegato Lorenzo Pomini tramite il social network – e già da allora le poche semplici regole che erano previste nel regolamento nazionale venivano da noi rispettate.

A partire dai gettoni di presenza o emolumenti previsti da enti o commissioni in cui si viene designati a nome e per conto dell’organizzazione: questi vanno versati alla Cisl. Se altri non l’hanno fatto, hanno volutamente eluso le regole interne.

Regole che sono sempre votate all’unanimità negli organismi nazionali.

Come definire questi “dirigenti” che votano una cosa e poi la derubricano da loro stessi? La sete di denaro (e anche quella di potere) legata ad un certo senso di impunità hanno fatto smarrire la retta via, rischiano di piegare una organizzazione con 60 anni di storia alle spalle, ad interessi personali.

Così non va. (…) Rappresentiamoprosegue il segretario trentinouna parte della società che liberamente ha deciso di aderire alla Cisl.

Un popolo il cui reddito medio va dai 500 euro del pensionato al minimo, ai 1500 euro di tanti dipendenti, magari anche meno perché la crisi ci ha costretto a rivedere molte conquiste, a parlare di ammortizzatori sociali o di esuberi. Se c’è un “dirigente” che vuole alti redditi, deve fare altre strade: metta a frutto la sua professionalità e bravura nel settore privato, dove tanto necessitano bravi manager, oppure partecipi a concorsi pubblici destinati alle alte professionalità. Lì potrà coltivare le sue ambizioni personali, anche riguardo il proprio reddito».

Un reddito che lo stesso Lorenzo Pomini ha spiegato non superare, nel suo caso, i 49 mila euro lordi l’anno. «Guadagnavo 31.000 euro lordi a fare il tecnico nella mia azienda: certo con meno responsabilità, meno ore di lavoro, meno impegno, meno esposizione mediatica e personale, meno tensione e problemi.

Quindi, pur se tutto questo non ci voleva e non ce lo meritavamo, è benvenuto se saremo capaci di migliorarci, far rispettare le nostre regole interne».

 

 RASSEGNA STAMPA      Giornale Trentino, 12 agosto 2015